Giovedì 22 maggio 2025, alle ore 18:00, l’Aula Magna del Collegio Cairoli di Pavia ospita un incontro pubblico per raccontare la storia di Andrea Rocchelli, fotoreporter ucciso nel 2014 nel Donbass mentre documentava le sofferenze dei civili. Tra gli ospiti: Mario Calabresi, Anna Dichiarante, Gabriele Micalizzi, Francesco Carante e Giacomo Bertoni.
In un tempo segnato da guerre e repressioni, la figura di Andy Rocchelli emerge come simbolo della battaglia per la libertà di stampa. Giovedì 22 maggio 2025, a undici anni dalla sua tragica uccisione, la città di Pavia – dove Rocchelli era nato e aveva studiato – gli rende omaggio con un incontro dal titolo “Andy Rocchelli. Un attacco alla libertà di stampa”, promosso per tenere viva la memoria e il significato del suo lavoro.
L’evento, che si terrà nell’Aula Magna del Collegio Cairoli in Piazza Cairoli, vedrà la partecipazione di nomi importanti del giornalismo e della fotografia italiana. Interverranno Mario Calabresi, giornalista e scrittore che ha dedicato ampio spazio alla storia di Rocchelli nel suo podcast “Altre Storie”; Anna Dichiarante, giornalista de L’Espresso e co-autrice del podcast; Gabriele Micalizzi, fotoreporter e co-fondatore del collettivo fotografico CESURA, di cui Andy faceva parte; e Francesco Carante, socio fondatore dell’associazione Volpi Scapigliate. A moderare sarà Giacomo Bertoni, giornalista e osservatore-editor di Ossigeno per l’informazione, autore del documentario “Ciao Andy, un abbraccio da Pavia”.
La verità disturbante della guerra
Andy Rocchelli è stato ucciso il 24 maggio 2014 insieme all’attivista e interprete Andrej Mironov, colpiti da un attacco dell’esercito ucraino mentre documentavano il conflitto nel Donbass. Stava raccogliendo testimonianze e immagini delle vittime civili, in una zona dove le verità ufficiali faticavano a emergere. Il suo lavoro – fedele alla missione del fotogiornalismo indipendente – ha avuto un prezzo altissimo.
Il processo che ne è seguito ha riconosciuto in tre gradi di giudizio una verità processuale, ma non ha portato alla condanna dei responsabili per un vizio di forma, in un contesto segnato da pressioni, ostruzionismo e ostilità da parte delle istituzioni ucraine. Una vicenda che ha scosso il mondo dell’informazione e ha rilanciato il dibattito sul diritto a raccontare.
Una battaglia per tutti
L’incontro a Pavia non è solo un momento di memoria, ma anche un’occasione per ribadire l’importanza della libertà di stampa come fondamento della democrazia. “La verità può disturbare il potere – si legge nel comunicato – e tante volte il potere tenta di silenziarla con la forza. Difenderla è una battaglia di tutti noi, perché la verità è ciò che ci può salvare in questi tempi bui.”
La serata sarà anche un tributo all’impegno del collettivo CESURA, fondato dallo stesso Rocchelli insieme a fotografi come Arianna Arcara, Alex Majoli, Luca Santese e Gabriele Micalizzi, e all’opera dell’associazione Volpi Scapigliate, nata nel 2019 per supportare la famiglia di Andy e promuovere i valori in cui credeva: la libertà di espressione, la ricerca della verità e il coraggio di raccontarla.
Un messaggio che resta
A distanza di oltre un decennio dalla sua morte, la storia di Andy Rocchelli continua a interrogarci. In un’epoca in cui i giornalisti sono ancora bersaglio nei conflitti – dalla Russia all’Ucraina, da Gaza ad altre zone del mondo – il suo sacrificio è un monito e un esempio. Non possiamo restare in silenzio.